Latest

Eugenio Mirti è nato a Torino nel 1972 e ha studiato musica e tecnica chitarristica con Luigi Tessarollo e Jose Perfetto. Raggiunto privatamente il compimento di  studio inferiore  in chitarra classica, Eugenio si è perfezionato partecipando a numerosi seminari tra cui quelli di  B. Buethe, J. Batten, S. Morse, S. Gibellini, M. Petracca, B. Kessel ecc.; ha anche frequentato i corsi estivi del Berklee College of Music di Boston a Perugia  nel  1994.

Nel 1995 ha formato la rock band Matka che ha registrato per la Toast di Torino due album, “Lavorare Stanca” nel 1998 e”Zen N° 3″ nel 2000. Il gruppo ha suonato per tutta la penisola ed ha ricevuto ottime recensioni. Nel 2001 ha formato l”Eugenio Mirti Trio” (ancora attivo) con Paolo Narbona e Davide Liberti, dedicato al jazz; il trio ha prodotto nel 2005 il cd “Il Piccolo Uragano”.

Con l’incontro di Chiara Onida, nel 2005, sono nati i Ropa 11, il cui primo album “Infrangibile”, è uscito a maggio 2006. La band ha anche realizzato un tour in USA nel dicembre 2006 e ha registrato un secondo cd “Mark III”, nel febbraio 2008, e un terzo “Amazing Stories” nell’aprile del 2010. Con Chiara ha costituito il B.B.Duo, suonando in Italia, Inghilterra e Asia, pubblicando un CD omonimo. Nel 2013 insieme a Marco Giaccaria e Sergio Ponti forma il Collettivo Apostrophe, dedicato alle sonorità più etniche e avant-garde, con cui ha pubblicato nel novembre 2013 l’album “Sempre più lontano” .

Ad agosto 2015 Eugenio ha vissuto un mese a Taiwan per effettuare una mini tournée e realizzare un reportage sul Jazz taiwanese, con interviste ai migliori musicisti, giornalisti e manager di locali.

Nel 2017 è uscita la raccolta “Homemade” per la MILK di Roma, registrata al Jazzit Fest IV di Cumiana, in cui Eugenio partecipa con Anna Luglio con il brano Moody’s Mood For Love; nel 2018  sono usciti i video di sei riletture in chiave jazz del lavoro di Prince, intitolati “Minneapolis standard vol. 1”.

Il 25 gennaio 2019 esce “Zen#4 – Music For Meditation & Celebration”, pubblicato da AlfaMusic.

Il 12 agosto 2020 esce “Minneapolis Standard Book”, l’album che accompagna i sei video realizzati nel 2018.

Eugenio è uno degli insegnanti più attivi dell’area torinese e insegna  presso l’Associazione Notabene  di Torino, al Sottomarino Giallo di Rivoli e alla Scuola Civica “Carl Orff” (Piossasco). Attivo come sessionman, è di particolare importanza la collaborazione con il duo Yemanja con il quale ha condiviso un tour in Australia nel 2009 e poi in Italia nel 2010.

Dal novembre 2009 Eugenio collabora con la redazione della prestigiosa rivista “Jazzit” scrivendo recensioni,  approfondimenti e interviste  (tra gli altri ha intervistato John Scofield, Bill Frisell, Marc Ribot, Al DI Meola, Christian Scott, Kenny Barron, Kenny Garrett, Roberto Cecchetto, Cassandra Wilson, Jane Monheit, Michel Camilo, Stefano Bollani, Riccardo Chailly, Chico Freeman, Jeff Ballard, Avishai Cohen, Chris Potter, Enrico Rava, Luca Aquino, James Brandon Lewis, Mirko Signorile, Rosario Bonaccorso, Michael League degli Snarky Puppy, Dr. Lonnie Smith, i GoGo Penguin, Luca Vicini, Pat Mastellotto, Ivan Conti degli Azymuth, Chassol…) e collaborando come docente al corso di giornalismo della Vanni editore. Dal giugno 2012 partecipa alla stesura di Tocrash, una webzine online e dal settembre 2014 è membro della redazione di “Muz Rock Magazine“. Da maggio 2016 collabora con il mensile “In Jazz” per il quale cura la rubrica di strumenti musicali. Da giugno 2017 collabora con il sito internazionale Jazzespresso, e con la rivista di Taiwan Wijazz.

Nel 2015 Eugenio partecipa al concorso letterario “Pubblica con noi 2015” di Fara Editore e quattro dei sui racconti vengono pubblicati nell’antologia “Emozioni in marcia“. Nel 2018 Jazzespresso pubblica “The Taiwan Travel”, il libro di viaggio fotografico che documenta l”esperienza a Taiwan, realizzato insieme a Leonardo Schiavone.

A partire dall’agosto 2021 Eugenio collabora con Musora (società di Vancouver) in qualità di editor specialist per la gestione dei contenuti di Guitareo, brand che si occupa di Online Educational Guitar.

Hanno scritto di me:

“Grazie al virtuosismo il polistrumentista sa mescolare efficacemente opzioni sonore diversissime (Guido Michelone, Il Manifesto)

“Un disco in cui si fondono jazz, rock, classica ed elettronica e da cui fuoriesce una grande curiosità artistica e verso i nuovi linguaggi della musica.”(Carlo Cammarella, Jazzagenda)

“Le fantasmagoriche accezioni del jazz contemporaneo non possono e non devono far a meno delle vertigini date dai Suoni delle avanguardie tardonovecentesche: questa l’Idea per gettarsi nella potente immaginazione delle improvvisazioni più ardite, come Eugenio Mirti che nel suo Zen #4 sottotitola la perfomance con Music for Meditation & Celebration, un’indicazione eloquente di quanto il suo minimalismo elettronico pensoso e riflessivo intenda agire nei Suoni Concreti di movenze orientali oniriche e acide” (Fabrizio Ceccarelli, Roma in Jazz”)

“Sono rimasto colpito dalle sonorità aggressive, evanescenti e sconvolgenti dei brani. La gran parte delle 13 tracce sono originali, mentre ritroviamo alcuni riarrangiamenti, appunto, sconvolgenti. Sento tutto la voglia di spezzare le catene di certi clichè, di cambiare la storia, di far irrompere il genio di Mirti nel genio altrui, con caratteristiche a volte spigolose e a volte melanconiche” (Andrea Infusino, Jazzreviews.it)

“Tra minimalismo, dissonanze, echi, frammenti di melodie e rielaborazione di partiture, emerge un album di forte spiritualità, inquietudine e lirismo (…) la spirale degli stimoli è così vasta da diventare un po’ una sinossi del Novecento”. (Luciano Vanni, Jazzit).

“Sono vere e proprie “amazing stories”, citando il nome del disco, quelle che si dipanano attraverso le note, le melodie, i soli, delle undici canzoni protagoniste” (Lucilla Fossi – il popolo del blues)

“Il bel Revox vintage che campeggia in copertina ci riporta inevitabilmente agli anni settanta e quello è il mondo che i Ropa 11 vogliono frequentare e approfondire, senza negarsi spruzzate di contemporaneità,” (All About Jazz)

“Una deriva tutta alla Frank Zappa. Proprio la struttura inventiva del mago di Baltimora sembra grintosamente prendere il sopravvento nelle evoluzioni della band, nelle suggestioni di un linguaggio jazzistico teso, vibrante, carico di simboli freak e di sfumature d’un hard funk tecnicamente funambolico. Il groove è delineato da variazioni armoniche dal piglio rapido e volutamente eccessivo e graffiante, così come da timbri ritmici sostenuti, tachicardici, eccentrici “ (Fabrizio Ciccarelli Jazzitalia)

“Di carattere dominante è il suono corale che emerge nel sentire il disco. I Ropa 11 si presentano coesi e sempre amalgamati: il complesso insomma suona all’unisono ogni brano (…) Vi sono brani acustici ed elettrici. Il rock pulsante insegue la fusion. È comunque il jazz a farla da padrone.” (storico.rmfonline.it)

“Amazing Stories è la terza prova sulla distanza che conta per i piemontesi Ropa 11, formazione dedita alle sonorità jazz rock settantiane, ma in grado di attualizzarle grazie a una decisa ispirazione compositiva e di arrangiamento” (Roberto Paviglianiti, suono.it)